Herpes simplex virus

L’HSV é l’agente etiologico responsabile della dermatosi vescicolare. Esistono due differenti tipi virali: Tipo I, responsabile dell’Herpes labialis, Tipo 2, responsabile dell’Herpes genitalis.L’infezione da HSV si può riflettere anche nella trasmissione neonatale, determinando malformazioni fetali.

Herpes Simplex Virus

Fam: Herpesviridae, sottofamiglia degli Alphaherpesvirinae caratterizzati da uno spettro d’ospite molto ampio, dalla capacità di moltiplicarsi in diverse colture cellulari e di determinare inclusioni nucleari. Nucleocapside: icoesaedrico che contiene un nucleoide formato da un rocchetto di natura proteica con avvolto il DNA. Genoma: il genoma è costituito da un molecola di DNA bicatenario e lineare . Replicazione: sito nucleare

L’Herpesvirus tipo 1 in genere presenta localizzazioni labiali ed orofaringee, mentre il tipo 2 coinvolge la regione genitale. Comunque i due tipi di virus possono essere trovati in tutte le sedi in relazione al tipo di contatto. Più del 90% delle infezioni materne al III trimestre di gravidanza sono di tipo ricorrente, mentre solo il 2% e il 7% sono rappresentate da infezioni primarie e non primarie. La trasmissione madre-figlio può avvenire in vari momenti:durante la vita fetale per via transplacentare, al parto durante il passaggio attraverso le vie genitali materne o nell’immediato postpartum; la trasmissione postpartum è la più frequente

L’eliminazione locale del virus persiste circa 3 settimane in caso di infezione primaria e solo 2-5 giorni se l’infezione è ricorrente

Strategia replicativa: essendo un desossiribovirus con molecola bicatenaria può usare direttamente i meccanismi replicativi della cellula ospite. IL nucleocapside introdotto per fusione del peplos con la membrana cellulare penetra all’ interno nel citoplasma dove viene trasportato dal citoscheletro al nucleo e attraverso il poro, attraverso funzioni virali rilascia il suo genoma. Qui il DNA viene trascritto dall’apparato cellulare in una serie di mRNA messaggeri.

Infezione congenita

La trasmissione verticale dell’infezione può avvenire durante tutta la gravidanza, sia in corso di infezione primaria che ricorrente. Si conoscono solo casi legati ad HSV2. La sintomatologia in genere è molto grave, caratterizzata da ritardo della crescita e dello sviluppo psicomotorio con calcificazioni intracraniche , microcefalia, ipertono e convulsioni, lesioni e cicatrici cutanee; alcuni bambini presentano interessamento oculare.

L’ Herpesvirus di tipo 1 è il responsabile principale di manifestazioni erpetiche cutanee o mucose localizzate preferibilmente nella zona periorale e nella mucosa labiale

L’ Herpesvirus di tipo 2 è il responsabile principale dell’infezione genitale localizzato sulla cute o sulla mucosa genitale maschile o femminile, va comunque sottolineato che la localizzazione non è un elemento predittivo accurato.

Text Box:
Le lesioni sono caratterizzate da elementi vescicolosi riuniti a grappolo a formare per lo più una chiazza unica, è presente una adenopatia satellite spesso dolente elettivamente al primo episodio. Le vescicole appena mature seguono a rottura lasciando erosioni dolorose particolarmente se in sede di canale anale che vanno incontro a guarigione. Spesso la localizzazione anale è caratterizzata da multiple bolle già rotte all’atto della visita che simulano piccole ragadi ma che in realtà non hanno il tipico aspetto della ragade, vuoi per la sede del tutto atipica interessando più o meno tutta la circonferenza del canale anale vuoi per le dimensioni perché sono piccole soluzioni di continuo dell’epitelio squamoso senza esposizione dello sfintere liscio . Queste lesioni possono similare lesioni da penetrazione , l’infezione erpetica perineale tende a recidivare nel tempo

Infezione tipo 1 si contrae di sovente nella prima infanzia per contatto interumano tra individui con lesioni oppure eliminanti il virus dalla saliva.

Infezionedi tipo 2 è spesso a trasmissione sessuale e quindi tipica dell’età adulta

Il meccanismo di penetrazione è basato sulla penetrazione attraverso lesioni di continuo delle superfici cutanee o mucose come per l’HPV .

Il virus di tipo 2 può dare manifestazioni neoplastiche nella stessa sede delle manifestazioni erpetiche. Il virus attiva degli oncogeni cellulari attraverso l’inserzione di particolari sequenze capaci di aumentare la trascrizione di determinati oncogeni . Inoltre contiene un particolare oncogene codificante la proteina ICP10 che funzionando come un recettore di membrana per un fattore di crescita ha attività proteinchinasica e attiva un oncogene cellulare.

Dalla sede di infezione primaria il virus può procedere attraverso le vie nervose o per via ematica fino ai gangli sensitivi, se l’infezione non procede fino al nevrasse il paziente sopravvive e diviene portatore di una infezione latente.

Durante la latenza il genoma virale rimane in forma episomiale ed in seguito a stimoli può riattivarsi e dar luogo ad un ciclo di replicazione completo con formazione delle tipiche lesioni in corrispondenza della zona irradiata dal nervo sensitivo.

Le infezioni ad ogni riattivazione può anche peggiorare .

Metodi di indagine: la diagnosi etiologica e possibile con l’isolamento del virus in colture cellulari prelevato dal punto in cui si ha la manifestazione, oppure con reazione di immunofluorescenza direttamente sul materiale patologico o sulle colture infettate con anticorpi monoclonali.

Diagnosi

La diagnosi di certezza può essere fatta mediante isolamento del virus: l’HSV può essere coltivato con relativa facilità. L’individuazione del virus generalmente richiede 1-3 giorni dopo l’inoculazione in terreno di coltura. Metodiche più rapide prevedono l’impiego della Polymerase Chain Reaction(PCR). Il virus può essere isolato dalle vescicole cutanee, dalla bocca o dal nasofaringe, dagli occhi, dalle urine, dal sangue e dal liquido cefalorachidiano oltre che nel liquido seminale . Nel siero in fase acuta e convalescente può essere ricercato un aumento del titolo anticorpale, che può essere evidente in corso di infezione primaria, mentre non lo è in corso di recidive; tuttavia la diagnosi sierologica è meno utile dell’isolamento virale

Terapia e prevenzione

L’acyclovir e la vidarabina sono entrambi farmaci attivi nel trattamento dell’infezione da HSV nelle sue 3 manifestazioni cliniche. è stato dimostrato come il trattamento abbia ridotto la mortalità e la frequenza di sequele. Essenziale per migliorare la prognosi è la precocità nell’inizio della terapia. In aggiunta alla terapia parenterale in caso di lesioni congiuntivali può essere utile associare l’uso di acyclovir per uso topico oftalmico. Viste le gravi conseguenze derivanti da una infezione materna da HSV sono stati intrapresi numerosi studi per valutare l’efficacia di una prevenzione materna. L’uso di farmaci antivirali, in particolare l’uso dell’acyclovir, per la prevenzione delle infezioni ricorrenti genitali materne è stato messo in discussione: tuttavia se ne ritiene utile la somministrazione in caso di grave infezione primaria, data l’assenza di effetti collaterali per il nascituro. I neonati a maggior rischio di contagio vanno immediatamente isolati, visitati accuratamente soprattutto per quanto riguarda occhi, cute e bocca, e dopo 24-48 ore vanno eseguite colture virali. A tutte le donne con lesioni erpetiche genitali o labiali attuali o pregresse vanno raccomandate attente norme igieniche (in particolare accurata lavatura delle mani). L’allattamento al seno non deve essere consentito se vi sono lesioni cutanee in sede mammaria.

Riepilogo informazioni sull’ esame:

Campioni biologici su cui è possibile eseguire il test:

Prelievo ematico in EDTA (2 ml)

2 ml

Liquido Amniotico

10 ml

Villi Coriali

10 mg

Tampone Vaginale

Fare ricerca tampone dalle vescicole (anale, vaginale , uretrale, liquido seminale ) con tecnica PCR di HSV I(labbra) -II (Vagina)

Ricerca anticorpi HSV IgG e IgM

Emocromo e dosaggio delle sottopopolazioni linfocitarie

Ricerca cellule gamma/delta fenotipo

VIRUS VARICELLA ZOSTER

Fam: Herpesviridae, sottofamiglia Alphaherpesvirinae caratterizzati da un ampio spettro d’ospite, dalla capacità di moltiplicarsi in diverse colture cellulari e di determinare inclusioni nucleari.

Caratteristiche: molto simili a quelle del HSV-1 e HSV-2 con strategia replicativa: identica a quella di HSV-1 e HSV-2, gli Herpesvirus sono caratterizzati dalla capacità di provocare infezioni anche dopo l’esaurimento della fase clinica susseguente all’infezione primaria . Infatti si mantengono allo stato latente per molti anni anche per tutta la vita, la varicella e l’Herpes zoster sono due manifestazioni causate dallo stesso virus.

La varicella è una manifestazione esantematica tipica della prima infanzia, che si contrae per via inalatoria ed è caratterizzata dalla comparsa di papulette cutanee che si risolvono in vescicole e guariscono sempre con una piccola cicatrice. L ‘Herpes zoster e invece una malattia dell’età adulta e si verifica, proprio perché causata dallo stesso virus solo in soggetti che hanno avuto la varicella.

Clinicamente si manifesta con la comparsa di vescicole cutanee nella zona innervata dal nervo sensitivo in cui il virus è andato in latenza, accompagnata in genere da forti dolori. Anche nell’Herpes zoster la guarigione spontanea è la regola e le complicanze sono assai rare tranne naturalmente nei soggetti immunodepressi. La patogenesi dello zoster è legata alla persistenza asintomatica del virus, dopo la guarigione della varicella il virus si rende latente nei gangli dorsali di alcuni nervi sensitivi lungo le fibre dei quali in direzione centrifuga, si dirige in seguito a riattivazione.Sembra che la riattivazione sia un fenomeno abbastanza frequente ma che sia mantenuto a livello asintomatico dalla reazione immune (umorale e cellulo-mediata) dell’organismo ospite infatti spesso questi pazienti presentano nevriti senza interessamento cutaneo . Metodi di indagine: isolamento colturale o ricerca degli antigeni nell’essudato delle vescichette.

CITOMEGALOVIRUS

Fam: Herpesviridae, sottofamiglia Betaherpesvirinae

Caratteristche: queste sono simili a quelle degli altri Herpesvirus, ma appartenendo alla sottofamiglia degli BetaHerpesvirinae presentano alcune differenze, presentano uno spettro d’ospite più ristretto e hanno un ciclo di riproduzione più lento con formazione di inclusioni citoplasmatiche oltre alle regolari nucleari.

Il nome di questo virus deriva proprio dalla caratteristica morfologia presentata dalle cellule infette, ingrossate con voluminose inclusioni citoplasmatiche e nucleari. Questi

L’infezione da citomegalovirus nella specie umana è comune si acquisisce i in genere nella prima infanzia, è quasi sempre asintomatica.

Le manifestazioni cliniche in cui si può manifestare l’ infezione sono generalmente polmoniti e epatite.

L’infezione primaria della madre può trasmettersi per via transplacentare al figlio determinando la malattia citomegalica con inclusioni, le riattivazioni della malattia non determinano lo stesso rischio.

Come tutti gli appartenenti della famiglia degli Herpesvirus. Il citomegalovirus persiste nell’individuo, dopo infezione primaria in uno stato di latenza la cui sede principale e costituita dalle cellule ematiche mononucleate. La riattivazione della malattia si può verificare in qualsiasi età ed in genere è dovuto ad un abbassaneto delle difese immunitarie, in questi caso la malattia può manifestarsi come forma asintomatica oppure come forme sistemiche a localizzazione polmonare o epatica o intestinale .